Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.

Preferenze cookies

La Sede

Benvenuti all’Ambasciata d’Italia a Bucarest

Considerazioni generali

Costruzione con forte personalità, la residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Bucarest si distingue da tutte le altre sedi diplomatiche della capitale romena. L’attuale assetto architettonico esterno, che risale agli anni trenta, è il risultato di una reinterpretazione in stile littorio di un edificio di epoca precedente. Un edificio caratterizzato da spazi e volumi atipici per forma ed ampiezza che offre grandi opportunità per la sua versatilita’.
L’iniziale impressione di austerità viene presto superata dalla conoscenza degli interni che offrono l’intimità necessaria ad una vita gradevole per chi la abita e producono una sensazione di grande accoglienza agli ospiti che la frequentano. Il giardino, spazioso e protetto, offre un’atmosfera di serenità del tutto inattesa al centro di una grande capitale.
La residenza di un Ambasciatore d’Italia riflette la storia delle relazioni tra i due Paesi come la personalita’ dell’Ambasciatore che l’abita. La residenza di Bucarest non solo e’ dotata di ambienti atti a stringere relazioni con interlocutori stranieri, ma e’ anche capace di far sentire a casa propria gli italiani. Essa quindi non solo testimonia con la propria rilevanza architettonica l’importanza delle relazioni fra Roma e Bucarest ma costituisce, per l’eleganza degli ambienti e per la bellezza delle opere d’arte e degli arredi, un formidabile strumento di lavoro a disposizione dei capi missione che da quasi un secolo si susseguono in questi luoghi.
Una residenza all’altezza delle antiche relazioni fra i due paesi la cui solidità proviene da profonde radici latine comuni e da eventi storici scolpiti nella Colonna Traiana e ricordati nell’inno nazionale romeno.
E’, soprattutto, una residenza che corrisponde all’intensità delle attuali relazioni politiche ed economiche e culturali.

Storia dell’edificio

La residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, la stessa dalla fine della prima guerra mondiale ad oggi, e’ stata testimone dell’azione volta a consolidare rapporti di intensa amicizia tra l’Italia e la Romania. Le ragioni di una sede cosi’ prestigiosa vanno certamente ricercate nel desiderio di Roma di imprimere uno speciale status alle relazioni italo-romene. Non a caso, subito dopo l’acquisizione, la sede subi’ importanti lavori di ristrutturazione volti a dare una certa maestosita’ e un aspetto italiano all’architettura esterna dell’edificio.
La residenza, ancora oggi una delle piu’ importanti sedi diplomatiche straniere in Romania, è nata come un palazzo signorile alla fine del secolo XIX (1890-1900) in stile eclettico con accenti Art Nouveau.
L’edificio fu di proprietà della famiglia Stolojan-Vintilă Bratiănu e successivamente fu abitata da un facoltoso imprenditore norvegese, commerciante in legname, noto per la vita sfarzosa che conduceva e per i frequenti ricevimenti che organizzava nei suoi saloni, ai quali partecipavano le più importanti personalità del mondo politico e artistico romeno dell’epoca. Nel 1920 fu posta in vendita ed acquistata per conto dello Stato italiano da Alberto Martin Franklin, in qualità di inviato straordinario e ministro plenipotenziario del Regno d’Italia a Bucarest.
Negli anni trenta la villa fu ristrutturata dall’architetto fiorentino Gherardo Bosio (1903-1941) che trasformo’ gli esterni in stile littorio.
La villa è situata al numero 7 di Strada Henri Coanda, nella zona centrale della citta’, a pochi passi dalle maggiori sedi istituzionali romene e da numerose altre ambasciate, da Calea Victoriei, elegante strada storica della capitale dell’epoca in cui Bucarest era conosciuta in tutta Europa come la “piccola Parigi”, e da Piazza Romana, al centro della quale troneggia una riproduzione a grandezza naturale della Lupa Capitolina, dono del Comune di Roma nel 1906. Quest’ultima, presente in quasi tutte le città della Romania,  testimonia l’importanza che i romeni attribuiscono alle loro radici romane.